Post del: 21.05.2025
FFS Cargo riorganizza il proprio traffico merci e annuncia il taglio di 65 posti di lavoro a tempo pieno, colpendo duramente il Ticino e la Svizzera tedesca. La misura è legata all’abbandono dell’asse est-ovest nel traffico combinato, un’attività ritenuta ormai troppo deficitaria. La ristrutturazione, però, non comporterà licenziamenti in Ticino.
In un comunicato diffuso questa mattina, la filiale merci delle Ferrovie federali svizzere ha spiegato che due terzi dei tagli – circa 40 impieghi – avverranno nella Svizzera italiana, mentre il restante terzo interesserà regioni della Svizzera tedesca. Nonostante la portata della misura, le FFS assicurano che in Ticino il personale sarà riassorbito internamente o uscirà tramite fluttuazioni naturali, come pensionamenti o trasferimenti.
La decisione comporta la chiusura di otto terminali intermodali situati a Basilea, Oensingen (SO), Gossau (SG), Widnau (SG), Renens (VD), St-Triphon (VD), Cadenazzo e Lugano. Il traffico combinato – ovvero il trasporto di container via treno e strada – è risultato in perdita per circa 12 milioni di franchi all’anno, su un fatturato complessivo di 18 milioni.
A sopravvivere sarà un unico collegamento ferroviario per container tra Dietikon (ZH) e Stabio (TI), con proseguimento stradale prima e dopo i terminal. Il traffico combinato sarà dunque concentrato sull’asse principale nord-sud, che FFS intende potenziare nell’ambito della strategia “Suisse Cargo Logistics” annunciata nel 2022.
Nel caso il collegamento Dietikon-Stabio si dimostri efficace, è allo studio la creazione di un terminal trimodale a Basilea Nord, in grado di gestire merci via ferrovia, strada e nave.
Nonostante il forte ridimensionamento, FFS ribadisce l’importanza strategica del Ticino, che occupa una posizione chiave sull’asse nord-sud. Il cantone vedrà anzi nuovi investimenti, come la realizzazione del Nuovo stabilimento industriale ferroviario di Arbedo-Castione, destinato a creare almeno 360 posti di lavoro e 80 apprendistati.
Il sindacato del personale dei trasporti (SEV) ha duramente criticato la scelta, parlando di un “taglio netto” che mette a rischio il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia. Il SEV chiede che FFS Cargo riveda la decisione e proponga soluzioni alternative, come l’impiego temporaneo del personale in altri settori del gruppo FFS.
Con questa ristrutturazione, FFS Cargo punta a risparmiare complessivamente 60 milioni di franchi entro il 2033, razionalizzando le attività meno redditizie.
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