Frontalieri nei Grigioni, superata la quota di 10.500 lavoratori

Post del: 09.05.2025

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Nel primo trimestre del 2025, il Canton Grigioni ha registrato un numero record di frontalieri: ben 10.521. Non si erano mai visti così tanti lavoratori provenienti dall’estero, e in particolare dall’Italia, varcare quotidianamente il confine per lavorare nel settore turistico, alberghiero e nei servizi accessori. La conferma arriva direttamente dall’Ufficio dell’economia e del turismo dei Grigioni e rilanciata dalla RSI durante la trasmissione Grigioni sera.

Il turismo traina la domanda di manodopera

La regione Maloja, che include l’Alta Engadina, ha guidato questa crescita con un incremento di 413 frontalieri, raggiungendo da sola quota 5’624. È proprio qui che il settore del turismo invernale ha richiesto più personale: hotel, ristoranti, impianti sciistici e servizi di noleggio hanno registrato una forte necessità di risorse umane qualificate.

Secondo Luzius Stricker, responsabile dell’elaborazione dei dati economici, “la gran parte dei nuovi frontalieri lavora proprio nel comparto turistico”, sottolineando l’importanza di questa industria per l’economia locale.

Dati in crescita in tutte le regioni, ma Maloja domina

Dopo Maloja, seguono le altre regioni con numeri sensibilmente inferiori:

  • Bernina: 1’301 frontalieri (+38 rispetto al trimestre precedente)
  • Bassa Engadina e Val Monastero: 1’613
  • Moesano: 758
  • Plessur (inclusa Coira): 417

Questi numeri confermano un trend in controtendenza rispetto al 2024, quando il numero dei frontalieri era in diminuzione, probabilmente per via del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia che penalizza chi ha iniziato a lavorare in Svizzera dal luglio 2023.

Italia protagonista: oltre il 90% dei frontalieri

La stragrande maggioranza dei lavoratori frontalieri nei Grigioni proviene dall’Italia, attratti dalla stabilità dell’economia elvetica e dalla forza del franco svizzero. In un contesto in cui l’Italia fatica a crescere, il mercato del lavoro svizzero continua a rappresentare una valida opportunità di reddito e stabilità per molti professionisti e stagionali italiani.

Un’inversione di rotta rispetto al 2024

L’aumento registrato nei primi tre mesi del 2025 segna un’inversione significativa rispetto all’anno precedente e riaccende il dibattito sulla gestione dei flussi transfrontalieri, sulle ricadute economiche per il cantone e sulle relazioni fiscali tra Svizzera e Italia.

I dati sembrano chiari: nonostante le nuove regole fiscali, la domanda di lavoro nei Grigioni continua ad attrarre migliaia di frontalieri italiani, rafforzando il legame economico tra i due paesi e ribadendo la centralità del turismo come motore occupazionale nelle regioni alpine.

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